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Cos è la “End of Waste”?
Se ne scrive, se ne discute, se ne legge, ma che cosa si intende, in sostanza, per “End of Waste”?
In sede introduttiva è bene chiarire, innanzitutto, che il termine “End of Waste”, tradotto in italiano in Cessazione della qualifica di rifiuto, si riferisce ad un processo di recupero eseguito su uno scarto, al termine del quale esso perde tale qualifica per acquisire quella di prodotto.
Per “End of Waste” si deve intendere, quindi, non il risultato finale bensì il processo che, concretamente, permette ad un rifiuto di tornare a svolgere un ruolo utile come prodotto.
Le recenti disposizioni in materia danno un nuovo impulso a questo processo.
I Tutor Ambientali SOSTECO son a disposizione per guidare la vostra azienda attravesro questa importante fase dell’economia circolare.
DEFINIZIONE
“Un’economia progettata per auto-rigenerarsi, sfruttando al massimo le risorse naturali, in cui i materiali di origine biologica sono destinati ad essere reintegrati nella biosfera e quelli tecnici progettati per essere rivalorizzati senza entrarvici”.
Questa è la definizione data dalla Ellen McArthur Foundation, istituzione leader nel mondo per la promozione e lo sviluppo dell’economia circolare.
Un modello economico basato sulla massimizzazione dei profitti tramite la riduzione dei costi di produzione.
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Quali sono i principi base dell’economia circolare?
Secondo la Ellen McArthur Foundation i principi base dell’economia circolare sono 5:
1. Eco progettazione: progettare i prodotti pensando già in fase di produzione al loro impiego a fine vita.
2. Modularità e versatilità: pensare di adattare l’uso del prodotto al cambiamento delle condizioni esterne.
3. Energie rinnovabili: affidarsi ad energie prodotte da fonti rinnovabili abbandonando le fonti fossili.
4. Approccio ecosistemico: prestare attenzione all’intero sistema, considerando le relazioni causa-effetto tra le diverse componenti in esso presenti.
5: Recupero dei materiali: favorire la sostituzione delle materie prime vergini con materie seconde provenienti dalle filiere di recupero, il cui compito è conservarne le qualità.
Dall’economia lineare all’economia circolare
L’economia lineare è un’economia industriale basata sull’estrazione di materie prime sempre nuove, sul consumo di massa e produzione di scarto a fine vita del prodotto.
“Prendi-produci-consuma-butta” è il modello economico che ha causato e ancora causa effetti ambientali dannosi, come la contaminazione dei mari e della Terra, il problema dell’eccessiva produzione di rifiuti e delle emissioni di gas serra responsabili del climate change.
La transizione dall’economia lineare all’economia circolare è sostenuta da un numero sempre maggiore di politiche e iniziative, anche se molto spesso risulta difficile da attuare a causa di barriere sociali, economiche e tecnologiche. Spesso alle imprese mancano consapevolezza e conoscenze per mettere in pratica le soluzioni di economia circolare, altre volte non risultano sufficienti gli investimenti nel miglioramento dell’efficienza o sono considerati rischiosi e complessi.
Win-Win imprese e ambiente: i vantaggi dell’economia circolare
Trasformare il rifiuto in risorsa permette affermazione e sviluppo di imprese ed economie in crescita senza dover attingere a risorse naturali sempre più limitate.
È necessaria la consapevolezza che ogni risorsa ha un valore potenziale a prescindere dal suo impiego attuale, non solo per istituzioni e imprese: il ruolo della popolazione è fondamentale!
Come contribuire all’economia circolare?
– utilizzando energie rinnovabili;
– producendo con materie prime seconde, cioè quelle che provengono dal riciclo;
– creando prodotti in grado di resistere a lungo e che permettano di recuperare più materiale possibile;
– condividendo i prodotti così che si produca meno ma con più disponibilità per tutti. Un esempio è il car sharing, il cui utilizzo riduce il numero di veicoli in strada, quindi il traffico e le emissioni CO2;
– riciclando e utilizzando componenti di un oggetto parzialmente funzionante;
– gestendo gli scarti per produrre energia e fertilizzando il suolo con il compost;
– promuovendo l’efficienza nell’uso delle risorse in specifici settori industriali.
l Protocollo di Kyoto è stato il primo accordo internazionale finalizzato alla riduzione dei GHG – Greenhouse Gases – per contrastare il cambiamento climatico. Si tratta di gas che, in base al Global Warming Potential, contribuiscono complessivamente al riscaldamento climatico globale.
Fare delle scelte consapevoli ed etiche sotto il profilo ecologico rappresenta per le aziende anche un’occasione per avvicinare i consumatori, sempre più attenti alle tematiche green, al rispetto dell’ambiente.
Efficienza ambientale: come raggiungerla?
Le norme che interessano le aziende dal punto di vista ambientale sono due: la famiglia delle norme ISO 14000 e la ISO 50001.
Quest’ultima punta a promuovere le pratiche più efficaci di utilizzo dell’energia per migliorarne la gestione al fine di ridurre le emissioni di gas a effetto serra e raggiungere l’efficienza energetica.
Nello specifico, la ISO 14001 stabilisce i requisiti di un Sistema di Gestione Ambientale e attesta che l’azienda certificata ha un Sistema di Gestione adeguato per tenere sotto controllo l’impatto ambientale delle attività, cercando il miglioramento continuo in modo coerente, efficace, sostenibile.
Gestione dei rifiuti ed economia circolare
La gestione dei rifiuti è uno dei temi più caldi nelle attuali politiche nazionali ed europee per quanto riguarda la sostenibilità ambientale.
I rifiuti prodotti nelle aree urbane – Municipal Solid Waste – sono in continua crescita, così come il costo per la loro gestione.
Impatto ambientale, sociale, economico: tre fattori per cui è necessario attuare misure per la gestione e il trattamento dei rifiuti.
End of Waste: la rinascita dei rifiuti
La norma che regola la “End of Waste”, consentendo il riciclo dei rifiuti, è stata approvata.
Le Regioni potranno così rilasciare o rinnovare autorizzazioni per la cessazione della qualifica di rifiuto, come indicato nel D. Lgs. 101/2019 convertito in L. n. 128/2019.
“End of Waste” non è il risultato finale ma il processo che permette ad un rifiuto di tornare a svolgere un ruolo utile, sotto forma di prodotto, sul mercato.
La “End of Waste” si pone l’obiettivo di ridurre i consumi delle materie prime e i quantitativi dei rifiuti da smaltire, per garantire una continua tutela e protezione ambientale.
Quando nasce il concetto di End of Waste?
Il concetto di “End of Waste” è stato introdotto dalla “Strategia tematica sulla prevenzione e il riciclaggio dei rifiuti” adottata nel 2005 dalla Commissione europea.
L’art. 6 della Direttiva 2008/98/CE – Direttiva Quadro sui rifiuti – stabilisce che un rifiuto cessa di esistere nel momento in cui è sottoposto ad un’operazione di recupero, incluso il riciclo, e rispetta le seguenti condizioni:
– il materiale, sostanza o oggetto, è utilizzato per scopi specifici;
– esiste un mercato o una domanda per tale prodotto;
– il materiale soddisfa i requisiti tecnici per gli scopi specifici e rispetta la normativa e gli standard esistenti applicabili ai prodotti;
– l’utilizzo del materiale non porta impatti negativi sull’ambiente o sulla salute umana.
Gestione rifiuti: come contrastare le emissioni di CO2?
Una gestione inadeguata dei rifiuti contribuisce inevitabilmente al cambiamento climatico e all’inquinamento atmosferico, come il trattamento ed il trasporto dei rifiuti che rilasciano emissioni CO2.
Una corretta gestione dei rifiuti è fondamentale per ridurre il ricorso alle discariche, favorendo il riciclo dei materiali e il recupero energetico ad alta efficienza del rifiuto. In tal modo si riducono le emissioni di gas serra in atmosfera. Le emissioni nelle discariche sono costituite essenzialmente dalla parte di metano presente nel biogas non captato e possono anche contaminare suolo e acqua.
Sia con l’energia proveniente dai rifiuti – che può essere usata per produrre calore e elettricità in grado di sostituire l’energia prodotta dai combustibili – sia con il riciclo dei rifiuti, si ha una riduzione delle emissioni CO2.
SIMBIOSI INDUSTRIALE
Progetto che mira a mappare le aziende che producono degli scarti creando delle possibili interconnessioni per fovorire la massimizzazione del riutilizzo delle risorse (sottoprodotti) normalmente considerati rifiuti.
FASI:
- Mappatura
- Valutazione per eventuale riuso
- Messa in connessione tra imprese che danno sottoprodotto e aziende che lo ricevono