La distruzione dei beni aziendali obsoleti è una pratica necessaria per le imprese che hanno beni strumentali o merci non più utilizzabili. I beni strumentali sono quelli utilizzati per l’attività produttiva, mentre le merci sono destinate alla vendita. Quando questi beni diventano obsoleti o invendibili, è importante seguirne una corretta dismissione secondo le normative vigenti.
La normativa principale che disciplina la dismissione dei beni aziendali è il DPR n. 441/97, supportata dalla Circolare Ministeriale n. 193/E/1998, che ne specifica le modalità operative. Ulteriori semplificazioni sono state introdotte con il D.L. n. 70/2011, convertito in Legge n. 106/2011, che agevola le procedure per i contribuenti che devono distruggere beni non più utilizzabili.
Queste disposizioni vanno applicate a beni e merci del valore superiore alle 10.000 euro del costo di acquisto.
Per beni e merci di valore inferiore a queste soglie ci sono invece delle semplificazioni a livello procedurale, che prevedono un’autocertificazione anziché un verbale redatto da un pubblico ufficiale.
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Per effettuare la dismissione dei beni tramite operatori specializzati nello smaltimento dei rifiuti, è necessario raccogliere una specifica documentazione. Questa documentazione include:
il Documento di Trasporto (DDT), che deve specificare che i beni sono trasportati per “rottamazione o distruzione”
e il Formulario di identificazione, come previsto dall’articolo 193 del D.Lgs. n. 152/06. Questo formulario deve essere vidimato dall’Agenzia delle Entrate o dalla Camera di Commercio e deve contenere dettagli sul bene smaltito e sul suo stato fisico.
Seguire queste procedure permette di superare la presunzione di cessione del bene, sia ai fini IVA che delle imposte sui redditi. Il contribuente deve solo assicurarsi di mantenere la documentazione rilasciata dagli operatori specializzati, per eventuali verifiche fiscali.
Nel caso di smaltimento di apparecchi elettrici ed elettronici, come computer, condizionatori, telefoni o apparecchi di illuminazione, è necessario rispettare le disposizioni del D.Lgs. n. 151/2005, che prevede il conferimento di questi dispositivi a centri di raccolta tramite operatori specializzati.
Dal punto di vista fiscale, l’eliminazione di un bene aziendale per dismissione può avere diverse conseguenze. Se il bene è completamente ammortizzato, la sua eliminazione non avrà riflessi economici o fiscali, poiché sarà semplicemente rimosso dal bilancio. Se il bene non è completamente ammortizzato, la parte non ancora ammortizzata sarà considerata una passività deducibile ai fini IRES e IRAP, in conformità con l’articolo 102, comma 4, del DPR n. 917/86.
SOSTECO offre un servizio di consulenza per seguire l’azienda nelle procedure per distruggere o eliminare cespiti obsoleti o non più riutilizzabili.